I materassi antidecubito sono dispositivi medici sviluppati per pazienti costretti in posizione di arresto per lunghi periodi: qual è la tipologia migliore da scegliere?
La classificazione Nazionale dei Dispositivi medici (classe I) è composta da una particolare serie di materassi, tra cui anche il cosiddetto antidecubito. Uno strumento rivolto, generalmente, a persone con particolari problemi di natura fisica o patologie che le costringono a restare, parzialmente o totalmente, immobili sul letto.
Nello specifico, il materasso antidecubito è utile a curare o prevenire la formazione di piaghe o lesioni cutanee, tipiche delle zone di appoggio. Ma quale scegliere o di quali caratteristiche tenere conto per assicurare un sano riposo al paziente allettato?
Il compito del materasso antidecubito è quella di operare a più livelli: favorire la traspirazione e la dispersione del calore, mantenere la corretta postura della colonna vertebrale e ridurre la pressione di contatto tra corpo e materasso, fattore che impedisce la traspirazione e favorisce la lacerazione della pelle.
In commercio ce ne sono di tantissimi tipi ma, le due macrocategorie più diffuse sono rappresentate da quelli a pressione alternata e ad aria. Essi, a loro volta, si suddividono in diverse varianti, a seconda del grado di rischio del malato.
I modelli ad aria sono, ad oggi, considerati i migliori e di conseguenza quelli che riscuotono maggiore approvazione da parte dei clienti. Per quanto concerne il grado di rischio, invece, è necessario che venga stabilito da personale medico qualificato secondo quanto previsto dall’European Pressure Ulcer Advisory Panel (EPUAP).
Generalmente i materassi antidecubito, oltre che differire per tipo di materiale e grado di rischio, si suddividono anche per sistema: attivo e passivo. Cerchiamo di capire cosa significa per una scelta consapevole.
I materassi attivi antidecubito sono la soluzione più efficace per contrastare la formazione di ulcere da pressione. Grazie infatti ad un sistema di alternanza dinamica di pressione, si ottiene una notevole riduzione della pressione nei tessuti del malato con un’adeguata perfusione. Questo dispositivo è indicato nella cura di pazienti immobili o non coscienti. Solitamente, questa tipologia, è ad aria e motorizzato. Grazie ad un particolare meccanismo si possono gonfiare e sgonfiare diverse zone, in maniera tale da distribuire il peso uniformemente. Va sottolineato, inoltre, che esso stimola la circolazione, facendo una sorta di massaggio al paziente disteso.
I materassi passivi, invece, fanno affidamento all’aumento della superficie disponibile. Più essa è estesa minore è la pressione sul tessuto. Ogni materasso è progettato per distribuire il peso del malato in un’area relativamente ampia, così da ridurre la pressione e ciò avviene grazie a speciali cuscinetti sensori. I valori di pressione a lungo termine in linea generale, non devono essere superiori a 32mmHg.
Speriamo di avervi fornito una risposta esauriente alla domanda “quale materasso antidecubito scegliere e che caratteristiche hanno?”.
In alternativa, esistono in commercio anche dei coprimaterassi antidecubito, da posizionare sopra al classico materasso, che fungerà solo da supporto.