Oggi sempre più persone utilizzano le sigarette elettroniche, note anche come e-cig. Una delle fondamentali componenti della sigaretta elettronica è l’atomizzatore. L’atomizzatore consiste nel più importante dei componenti della e-cig, in sostanza ne rappresenta il cuore: la sua funzione è quella di vaporizzare l’e-liquid della sigaretta elettronica per permettere di svapare. Non esiste una sola tipologia di atomizzatore, ma tantissime tipologie diverse che permettono di adattarsi alle particolarità dello svapo di ciascuno.
La scelta dell’atomizzatore non è affatto indifferente, anzi: essa permette di incidere sulla resa dell’aroma, sulla cosiddetta Hit, e va scelto tenendo conto del tipo di tiro. In sostanza, l’atomizzatore va scelto con la massima attenzione per personalizzare l’esperienza dello svapo e renderla idonea rispetto alle proprie esigenze. Vediamo cos’è e come funziona un atomizzatore e di cosa tenere conto nella scelta.
Come è fatto un atomizzatore?
Un atomizzatore è composto da diverse parti, vale a dire il Drip Tip, o boccaglio, che è la parte dove si appoggiano le labbra per lo svapo; il tank, che è il serbatoio che contiene il liquido; il coil, o resistenza, che si scalda e che ha il compito di vaporizzare il liquido, e poi il connettore che unisce l’atomizzatore alla batteria e così consente alla resistenza di scaldarsi e di procedere alla vaporizzazione.
La testina dell’atomizzatore è la principale componente del prodotto, ed è spesso chiamata anche resistenza o coil. I fori presenti nella testina servono per assorbire il liquido della e-cig: più grandi sono i fori, maggiore è la capacità dell’atomizzatore di assorbire i liquidi. Se i fori sono molto larghi è bene optare per liquidi da cloud chasing.
La testina all’interno è connotata dal materiale metallico, che serve per la conduzione della corrente e quindi per scaldarsi, e dal materiale di cotone che assorbe il liquido.
Alla base della testina dell’atomizzatore c’è una batteria: è lei che conduce l’energia necessaria per scaldare la resistenza. La corrente che si utilizza in genere è fra i 3 ed i 5 v a seconda della regolazione. Alla base della testa si trova il polo positivo con un isolatore di gomma, ed il polo negativo.
Oltre alla testina, come abbiamo visto, l’atomizzatore contiene un connettore 510 ed il suo pin. Il positivo del pin tocca il positivo della testina e consente la trasmissione dell’energia elettrica.
Il serbatoio dell’atomizzatore è un altro componente di questo prodotto, che serve per contenere una certa quantità di liquido, in modo da rendere più semplice e rapida la svapata. L’atomizzatore cilindrico e quello conico hanno differenze nella capienza del serbatoio per l’e-liquid; si va da un minimo di 2 ml di capienza di liquido ad un massimo di 8, con un valore medio di 4 ml di capienza e-liquid. L’atomizzatore può essere ricaricato dall’alto, dal basso o continuamente, a seconda del modello.
Come funziona l’atomizzatore?
Il funzionamento dell’atomizzatore è abbastanza semplice. Innanzitutto si inserisce nell’atomizzatore il liquido da svapare. La testina, o coil, è a contatto con il liquido e quando comincia a scaldarsi lo vaporizza. Il vapore si unisce al flusso d’aria e viene inalato.
Esistono tipologie differenti di atomizzatore, ad esempio con flusso d’aria dal basso o dall’alto, e la scelta delle differenti categorie regala anche una diversa sensazione di svapo. Il funzionamento dell’atomizzatore, però, è sempre lo stesso, nonostante possano esserci alcuni dettagli differenti che personalizzano l’esperienza.
Tipologie di atomizzatore a seconda del tiro
Come si è detto, non esiste un unico modello di atomizzatore, ma differenti tipologie che variano di volta in volta a seconda delle caratteristiche del prodotto e a seconda dell’esigenza dello svapatore.
Innanzitutto si può distinguere l’atomizzatore con tiro di guancia e con tiro di polmone. La differenza attiene al modo di svapare del’utilizzatore.
L’atomizzatore per il tiro di guancia è ideale per il tiro ‘classico’, come quello che si effettua quando si aspira la sigaretta. Produce una quantità di vapore contenuta, ed è indicato soprattutto per chi sia alla ricerca di un’esperienza che ricordi quella del fumo di sigaretta. L’atomizzatore per il tiro di guancia regala un tiro chiuso, e il vapore prodotto non sarà esagerato, ma questi atomizzatori necessitano di meno potenza e quindi la batteria durerà più a lungo.
L’atomizzatore da polmone, chiamato cloud chasing, invece consente un tiro completamente diverso: permette l’aspirazione diretta, per cui il vapore entra completamente nei polmoni ed è maggiore l’assorbimento della nicotina. In questo caso, quindi, si consiglia di abbassare il livello della nicotina nel liquido. L’atomizzatore in questione è ideale da utilizzare con liquidi ricchi di glicerina, che formano una maggiore quantità di vapore; è richiesta anche una maggiore potenza della batteria perché essa si scaricherà più rapidamente.
Atomizzatori con tank e dripper
L’atomizzatore si può distinguere in tank e dripper, le due maggiori categorie di atomizzatori, che si differenziano per la capienza di liquido.
Il tank garantisce una capienza di liquido dai 2 agli 8 ml, in genere la media è sui 4 ml., tant’è che il Cubis Max di Joyetech ne contiene 5ml ed è considerato il più innovativo tank sub-ohm del 2019.
I dripper, invece, non sono dotati di serbatoio. In conseguenza a ciò, è necessario mettere alcune gocce (drop) di e-liquid all’interno dell’atomizzatore per poter fare un certo numero di tiri, in genere dai tre ai venti. Oggi, in ogni caso, si trovano anche dripper dotati di un piccolo serbatoio che permette di raccogliere qualche goccia di e-liquid per dotare l’atomizzatore di maggiore autonomia.
La scelta fra un atomizzatore tank o dripper dipende dalle proprie esigenze. Gli atomizzatori tank sono indubbiamente comodi perché non necessitano di essere rabboccati con del liquido, mentre i dripper garantiscono una resa aromatica migliore a chi li utilizza.
Oltre a tank e dripper, c’è un’altra categoria di atomizzatore interessante: parliamo degli atomizzatori bottom feeder. In sostanza in questo modello si è di fronte sostanzialmente ad un dripper, ma le gocce di liquido non vengono messe dall’alto ma vengono pompate dal basso grazie alla pressione presente nel fondo dell’atomizzatore.
La resa aromatica è maggiore, come quella di un dripper, per il resto il bottom feeder è indicato per chi non ama armeggiare sgocciolando nell’atomizzatore l’e-liquid.
Atomizzatori con tank rigenerabili e non rigenerabili
La questione dell’atomizzatore rigenerabile o no fa riferimento alla coil, ovvero al cilindro che assorbe il liquido e che viene riscaldato. Il costo va dai 2 ai 5 euro, a seconda del modello. L’atomizzatore può essere rigenerabile se non è dotato di testine, che vanno invece costruite dall’utente il quale dovrà comporre da solo la resistenza.
In sostanza nell’atomizzatore rigenerabile bisogna ricostruire la coil utilizzando un filo metallico di acciaio, nichel, kanthal o titanio che viene avvolto intorno alla punta di un cacciavite per creare una sorta di molla. La coil viene poi fissata all’atomizzatore, ci si mette del cotone e si sistema l’atomizzatore per poi cominciare a svapare. L’atomizzatore rigenerabile invece richiede solamente che ogni lasso di tempo venga cambiata la coil, svitandola, buttandola via ed inserendone un’altra nuova, che come abbiamo detto costa dai 2 ai 5 euro. Ci si accorge facilmente di quando la resistenza è da cambiare, perché il vapore non è corposo, la testina gorgoglia e il sapore non è molto buono.
L’atomizzatore rigenerabile è adatto a chi voglia risparmiare qualcosa e abbia un po’ di manualità. Se invece si è disposti a spendere periodicamente qualche euro per cambiare la testina, si può optare per l’atomizzatore non rigenerabile.
Atomizzatori single coil e multi-coil
A seconda del numero delle resistenze che vengono impiegate dall’atomizzatore, si parla di atomizzatore single coil (con una resistenza) e multicoil (con più resistenze, doppia, tripla, quadrupla e via dicendo). Il ragionamento di base è che più resistenze ha un atomizzatore, più vapore produce: allo stesso tempo un atomizzatore con molte resistente richiede anche una batteria più resistente e più potenza, e ovviamente verrà assorbito anche più liquido. I vantaggi dell’atomizzatore multicoil sono nella migliore resa aromatica, che è nettamente incrementata, ed anche nella quantità di vapore che si riesce a produrre con l’atomizzatore: molti amanti del vapore non possono farne a meno. Gli svantaggi dell’atomizzatore multicoil sono invece nei consumi: come è stato detto, questo tipo di atomizzatore consuma molto liquido, potenza e anche batteria, quindi accorcerà la vita della e-cig. Se volete risparmiare un po’ di e-liquid dovete scegliere un atomizzatore con una singola resistenza.
Come abbiamo potuto vedere, esistono davvero tantissime tipologie di atomizzatori, che sono in grado di soddisfare le richieste anche dello svapatore più esigente. Nella scelta di quello adatto per voi, conviene tenere conto della quantità di vapore prodotto, della tesa aromatica, ma anche dei consumi che in alcuni casi si alzano notevolmente rispetto ai modelli più semplici di atomizzatore.