Brand di Moda Sostenibile: la lista dei migliori

Al giorno d’oggi sempre più persone sono attente all’ambiente, e cercano di ridurre il proprio impatto ambientale adottando comportamenti e abitudini ecosostenibili. Chiunque stia intraprendendo questo percorso, almeno una volta si è domandato come fare a rendere il proprio guardaroba più green. La risposta non è semplice, perché è l’industria della moda stessa a rendere difficile al consumatore l’acquisto di capi sostenibili. Le grandi aziende spesso ostentano la loro attenzione alle tematiche ambientali, anche se a volte si tratta di campagne di marketing che hanno in realtà poco a che fare con la sostenibilità.

Nonostante questo, negli ultimi anni stanno nascendo sempre più brand di moda sostenibili sia italiani che internazionali, che mettono al primo posto la produzione di capi d’abbigliamento e accessori che richiedono un basso impatto ambientale. Non è però semplice capire se un brand è veramente sostenibile, oppure se lo è solo all’apparenza. Vediamo dunque come riconoscere un brand di moda sostenibile e quali sono i migliori.

Cosa si intende per moda sostenibile e perché è importante

Prima di elencare quali sono i brand sostenibili, è necessario parlare di cosa si intende con sostenibilità nel mondo della moda. Un brand di moda attento all’ambiente deve valutare l’impatto di ogni singola fase della produzione dei suoi prodotti, dalla realizzazione delle materie prime, alla fase di creazione dei capi fino alla spedizione. Un’azienda sostenibile non può solamente ridurre l’emissione di gas serra della fabbrica per definirsi tale, ma deve verificare la provenienza delle materie prime, la quantità di acqua utilizzata in tutte le fasi del processo, le condizioni lavorative di ogni operaio su tutta la filiera e la destinazione degli scarti. La sostenibilità deve essere non solo ambientale, ma anche sociale ed economica.

Scegliere di comprare vestiti da un’azienda che mette al primo posto la sostenibilità invece del profitto economico può davvero fare la differenza. Così come optare per le riparazioni sartoriali piuttosto che per il ricambio. I benefici di queste scelte sono due: in primo luogo si aiuta l’ambiente, e in secondo luogo si aiutano i marchi di moda che hanno scelto di perseguire l’obiettivo della sostenibilità. Esistono anche molti e-commerce online che si stanno aprendo alla vendita di prodotti realizzati da brand di moda sostenibili (date un’occhiata a questo sito online).

Elenco dei migliori brand di moda sostenibili

Mara Hoffmann

Mara Hoffman è una celebre stilista, che ha fondato il suo omonimo brand di moda nel lontano 2000. Negli anni è diventato un punto di riferimento per tutti coloro che cercano di creare un guardaroba sostenibile. Tutti i prodotti di quest’azienda utilizzano materiali provenienti da processi di produzione green, nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni di lavoro in ogni fase della filiera produttiva. Molto famoso è l’econyl®, un materiale creato dal nylon rigenerato che è stato brevettato dall’azienda ormai molti anni fa.

 Philippe Model

Un brand sostenibile italiano che si occupa della produzione di scarpe. La particolarità di questa azienda riguarda i materiali utilizzati per la produzione di calzature. Sono tutti materiali senza nessun tipo di derivato animale, bio- based o riciclati. Alcuni esempi sono l’ecopelle in fibra di mais, il poliestere riciclato da rifiuti di plastica e il cotone organico. Le sue scarpe sono comode, durevoli e a bassissimo impatto ambientale.

Stella McCartney

Stella McCartney è la figlia del celebre Paul McCarteney, ed è da sempre un’attenta ambientalista. Essendo vegetariana, ha lanciato la sua luxury label con lo scopo di creare capi d’abbigliamento e accessori di moda senza l’utilizzo di nessun tipo di derivato di origine animale. Ha creato un tessuto che all’apparenza sembra camoscio, ma in realtà è realizzato solo con fibre naturali e sintetiche, come del resto ogni altro oggetto di questo brand.

Nanushka

Questo marchio è nato a Budapest nel 2016 ed è diventato in breve tempo famoso a livello globale. La stilista che lo ha fondato è Sandra Nanor, diventata celebre soprattutto per i capi in pelle ecologica. In poco tempo i prodotti di questo brand sono diventati molto popolari, tanto che sono arrivati a sfilare alla NYFW.

Collina Strada

Il brand è stato creato negli Stati Uniti, precisamente New York, dalla stilista Hillary Taymour. I primo oggetti prodotti sono state delle borse, realizzate con materiali green e sostenibili, anche se ben preso si è espanso ed è diventato conosciuto a livello mondiale, grazie alla rivisitazione di grandi classici del passato con l’aggiunta di dettagli moderni e originali. Anche questo brand è arrivato a sfilare alla NYFW.

 Chinti & Parker

La filosofia di questo marchio di moda si può riassumere con le parole “buy better”, ovvero compra meglio. L’obiettivo è quello di rendere il cliente un consumatore attento che non compra compulsivamente capi di moda scadenti, ma seleziona vestiti che costano di più ma durano nel tempo. Ogni capo d’abbigliamento è realizzato in fabbriche che compensano le proprie emissioni di CO2 nell’atmosfera e utilizzando solo materiali green.

Gabriela Hearst

È nato dall’omonima stilista a New York nel 2015. I suoi capi appartengono alla linea da lei stessa definita “honest luxury” e hanno vinto numerosi riconoscimenti, come ad esempio il Woolmark Prize nel 2017.

Il peso del fashion sull’ambiente

Un modello produttivo come quello del fast-fashion in cui sia la produzione che il consumo sono eccessivi non è più sopportabile a livello ambientale. L’industria della moda libera nell’atmosfera una quantità di CO2 stimata tra le 4000 e le 5000 milioni di tonnellate ogni anno, ovvero circa il 10% di tutte le emissioni a livello mondiale. Oltre a questo, all’industria della moda è imputabile il rilascio nei mari di oltre un terzo delle microplastiche a livello globale. In aggiunta, quest’ultima produce una quantità enorme di rifiuti tessili tra, cui anche capi rimasti invenduti per l’eccessiva produzione. Per questo è facile capire come il contributo di ogni cittadino sia importante per ridurre gli effetti dannosi di quest’industria.